mercoledì 15 dicembre 2010

Rapunzel - recensione

Ricci come cespugli, mossi come onde di mare o dritti come autostrade, i capelli - si sa - sono importanti. Lunghi sulle spalle a incorniciare il volto o “scolpiti” con il gel a sfidare la forza di gravità, svelano caratteristiche della personalità e ne mettono in luce lampi d’estro e di fantasia.
La dolce Giulietta, pazza d’amore, li raccoglieva in lunghe trecce che lanciava - come funi - all’intrepido Romeo per aiutarlo a raggiungere il balcone su cui si affacciava la sua stanza. Il muscoloso Sansone nascondeva nella lunga chioma il segreto della forza che - senza armatura e senza armi - gli permetteva di mettere ko leoni affamati e di annientare schiere di Filistei pronti a catturarlo.
rapunzel
Ma l’elasticità dei capelli di Giulietta e il vigore della chioma di Sansone rischiano di svanire come neve al sole se paragonati alla capigliatura della principessa Rapunzel, la protagonista della pellicola a disegni animati L’intreccio della torre che la Disney - con la complicità dei registi Byron Howard e Nathan Greno - ha deposto sotto l’albero di Natale.

Se il castello diventa prigione

Dal giorno in cui è nata, la principessaRapunzel non ha mai messo il naso fuori di casa. Da diciotto anni trascorre le giornate rinchiusa in una torre in compagnia del camaleonte Pascale di Madre Gothel, la strega che la rapì quand’era in fasce.
Isolata nella sua torre - affacciata su boschi verdissimi e cieli limpidi - Rapunzel pettina la sua chioma color miele, lunga oltre venti metri e dotata di poteri speciali, e immagina di varcarne la soglia per esplorare il mondo.
rapunzelUn giorno - per caso - il destino le offre l’occasione di realizzare il suo sogno. Il giovane Flynn Rider - il bandito più affascinante e ricercato del regno - è in fuga dopo l’ennesimo furto. Braccato dagli inseguitori, irrompe nella torre di Rapunzel in cerca di riparo.
L’incontro con la padrona di casa non è dei più cordiali. Anche se abituata a vivere sola, Rapunzel non è né timida né sprovveduta e non perde occasione per farlo sapere a Flynn. «Se vuoi che ti salvi dalle grinfie di chi ti dà la caccia - gli dice senza troppi complimenti - devi aiutarmi a uscire da questa prigione».
Senza troppa convinzione, Flynn glielo promette. Scampato il pericolo - però - vorrebbedarsela a gambe. Ma Rapunzel e il fido Pascal lo tengono d’occhio. E al povero Flynn non resta che mettere in moto i neuroni per architettare una via di fuga.

140.000 ciocche

Ancor prima di approdare nelle sale cinematografiche Rapunzel - L’intreccio della torre è destinato a entrare nella leggenda. Si tratta - infatti - del cinquantesimo lungometraggio a cartoni animati firmato Disney.
Adrenalinico come un giro sull’ottovolante e girato in 3D, cattura ed entusiasma con raffiche d’azione, di inseguimenti e di fughe in bilico tra terra e cielo. «Abbiamo arruolato un esercito di maghi del computer e degli effetti speciali per dar vita a una miriade di ambienti e personaggi e curarne ogni minimo dettaglio», confida il regista Byron Howard.
La torre in cui è segregata Rapunzel - per esempio - è ispirata ai tradizionali Bed & Breakfastin legno e pietra che si possono ammirare nel sud della Francia. «Abbiamo immaginato la torre come un luogo gradevole e ospitale - spiega Howard - perché se fosse stata tetra e opprimente Rapunzel non avrebbe sopportato di viverci per diciotto anni. La stanza di Rapunzel, inoltre, è adorna di rapunzelmurales realizzati dalla principessa per dar sfogo alla creatività e alle emozioni».
Gran parte degli effetti visivi sono stati riservati all’incredibile capigliatura della protagonista, trattata con la medesima attenzione riservata ai singoli personaggi. «I magici capelli di Rapunzel, che contengono il segreto dell’eterna giovinezza - aggiunge Howard - sembrano sottolineare in ogni istante il suo desiderio di libertà e di indipendenza. Per dare movimento e tenere a bada le oltre 140.000 ciocche che compongono la sua lunghissima chioma i tecnici hanno dovuto inventare un apposito software».

Tra lacrime e risate

L’asso nella manica di Rapunzel - insieme all’originalità della storia - è la forza dei sentimenti che la animano. «La pellicola - sottolinea il regista Nathan Greno - racconta l’incontro tra due persone che all’inizio non sanno bene chi sono e che cosa vogliono e, fotogramma dopo fotogramma, scoprono il proprio destino e si aiutano reciprocamente a trovare ciò che vanno cercando».
Rapunzel ignora ciò che la aspetta una volta fuggita dalla torre ma non esita ad abbandonarla per lanciarsi a capofitto verso il futuro; Flynn è un ladro egoista e approfittatore ma riesce a mettere da parte i propri interessi e a dimostrarsi generoso.
Intorno a loro ruota una serie di personaggi destinati a imprimersi nella memoria, come l’agitatissima Madre Gothel, la strega che ha segregato Rapunzel nella torre per beneficiare del potere dei suoi capelli e ottenere l’eterna giovinezza, e l’imprevedibile camaleonte Pascal, “braccio destro” di Rapunzel, saggio, astuto e dotato di un’invidiabile dose di ironia.
«Il segreto del successo delle pellicole Disney - conclude Greno - è facile da spiegare e difficile da realizzare: a ogni risata deve corrispondere una lacrima. Come chef di un ristorante extralusso Byron ed io abbiamo mescolato gli ingredienti a nostra disposizione per cucinare un piatto da leccarsi i baffi. Immagino già le risa degli spettatori quando Rapunzel mette koFlynn a padellate o i loro occhi inumidirsi di lacrime quando, dopo anni di prigionia, i piedi di Rapunzel sfiorano, per la prima volta, l’erba di un prato».
Che Howard e Greno abbiano realizzato il cartoon perfetto? Se così fosse, tanto di… “capello”. 

Articolo tratto da Mondoerre.it

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