domenica 27 febbraio 2011

Condizionati dalla scienza

Ben pochi cinquant’anni fa avrebbero sospettato che la scienza e la tecnologia avrebbero influenzato così tanto la nostra società da diventare importanti.
Nel 1947 con l’invenzione del transistor ebbe inizio l’era dell’elettronica moderna: da allora un numero sempre più crescente di persone ha sentito parlare di computer e a partire dagli anni ’80 il computer entrò nelle nostre case; e man mano abbiamo fatto conoscenza di altri dispositivi tecnologici come videoregistratore, CD, DVD, cellulari.
Nel 1953, la scoperta della struttura della molecola del DNA, ad opera di James Warson e Francis Crick, aprì la strada all’industria delle moderne biotecnologie. Negli anni seguenti si è parlato sempre più di geni. E nel 1978 è stata ottenuta la prima molecola biologica prodotta con le tecniche dell’ingegneria genetica. Questa molecola è l’insulina umana.
 
Oggi assistiamo, sempre con qualche giustificata preoccupazione, all’irrompere nella vita quotidiana di sensazionali novità nel campo delle biotecnologie, le cui novità per la loro portata sono difficili da immaginare. Argomenti quotidiani di controversie nel campo delle biotecnologie sono: la clonazione, la fecondazione in vitro, le ricerche biomediche sulle cellule staminali, i test genetici per riconoscere i portatori di malattie ereditarie, la produzione di organismi geneticamente modificati (OGM) per uso alimentare e così via. Anche la cinematografia è impegnata in questo campo: recentemente è uscito il film Due cuori e una provetta che affronta il tema della fecondazione artificiale.
Senza dubbio la scienza e la tecnologia stanno acquisendo un ruolo sempre più rilevante nella nostra vita. Una conseguenza? Ai giorni nostri qualsiasi cittadino, per essere all’altezza delle aspettative del mondo del lavoro, per essere in grado di prendere decisioni consapevoli e di esprimere la propria opinione quando è chiamato a farlo, deve avere una cultura tecnica e scientifica ben superiore a quella che occorreva in passato. E quest’esigenza crescerà ancora di più negli anni a venire.
by PUELLA STULTA
Articolo già pubblicato su Cogitoetvolo.it

sabato 26 febbraio 2011

Sotto il sole dei Linkin Park

Al terzo squillo, Mike rispose al telefono. Era Chester. Chiamava dall’Arizona. Le basi dei brani che gli aveva inviato alcuni giorni prima gli piacevano parecchio e voleva provarne una direttamente alla cornetta per convincerlo ad arruolarlo nel suo gruppo. Mike, che abitava in California, ascoltò quell’improvvisa “esibizione” in linea. E si convinse. Quel ragazzo era il tassello mancante alla band che da qualche tempo stava mettendo in piedi. Gli disse che lui e i suoi amici non vedevano l’ora di incontrarlo. Un paio di giorni dopo Mike Shinoda e Chester Bennington si davano il cinque. L’avventura dei futuri Linkin Park stava per prendere il volo.

Il problema del nome
Fino a quella telefonata, le cose non erano andate benissimo. Mike, impallinato di rap, insieme al compagno di scuola Brad Delson, chitarrista patito di metal, avevano deciso nel 1996 di formare un gruppo. «I differenti gusti musicali – dice quest’ultimo - non sono mai stati un problema, anzi, ci sembrava la risorsa per diversificarsi dagli altri». Un pensiero, questo, condiviso anche dal batterista Rob Bourdon, dal dee-jay Joseph Hahn, dal bassista Dave Farrell e dal cantante Mark Wakefield, che presto si erano uniti agli altri due.
 
All’epoca, sotto il nome di Xero, il sestetto era riuscito persino a coincidere un mini cd, senza ottenere però quel successo sperato. Wakefield, così, nel ’98 aveva lasciato il gruppo per essere sostituito da Chester Bennington prima “via telefono”, come abbiamo visto, e poi in carne e ossa.

Con il nuovo cantante, la band cambiò il nome in Hybrid Theory e incise un nuovo mini cd, che questa volta non passò inosservato, procurandole un contratto con la casa discografica Warner. Al momento di fare sul serio, però, qualcuno si accorse che c’era già un altro gruppo come un nome simile al loro e si dovette rimediare. «Dopo vari tentativi – racconta Chester – proposiLincoln Park, una zona di Santa Monica da cui passavamo sempre mentre andavamo ad incidere il primo album. Piacque e decidemmo di adottarlo».

Durò qualche mese. Quando registrarono il dominio per aprire il loro sito, scoprirono che lincolnpark.com esisteva già. Così cambiarono nome per l’ennesima volta, trasformandolo in Linkin Park, con cui nel 2000 firmarono finalmente il loro cd d’esordio.

Un debutto da record
«Quando si trattò di dare un titolo al nostro album di debutto – ricorda Shinoda – non avemmo dubbi: scegliemmo Hybrid Theory, a ricordo dei nostri primi tempi». Una scelta fortunata. Il cd sbanca le classifiche di mezzo mondo, totalizzando oltre venti milioni di copie, e diventa il cd d’esordio più venduto del nuovo secolo. Piace la formula adottata dai Linkin Park, mix ben equilibrato di metal, rap, basi elettroniche e melodia, che diventa il loro marchio originale.

linkin parkUn marchio che ripropongono nelle successive incisioni, Meteora e Minutes to midnight, alimentando sempre più il loro successo che assume i contorni di una pioggia continua di premi, concerti oceanici, cd vendutissimi. «Confermarci dopo un debutto milionario – commenta Brad – non è mai facile. Noi ci siamo riusciti, innestando anche delle novità nel nostro sound. Una doppia soddisfazione».

Tanta popolarità non fa perdere la bussola al gruppo, che s’impegna concretamente in varie campagne a scopo umanitario: raccoglie fondi per le vittime dello tsunami del 2004, dell’uragano Katrina del 2006, del terremoto ad Haiti di quest’anno ed è in prima linea nel 2007 al concerto per l’ambiente Live Earth voluto da Al Gore.

Insomma, per i Linkin Park non c’è mai un attimo di respiro, ancor più in questo periodo, dopo l’uscita del nuovo cd, A thousand suns, che li ha riportati in cima alle chart del globo e resi protagonisti di un acclamato tour mondiale in corso. «Il disco è un’ulteriore crescita per la band – ha dichiarato Shinoda – e siamo tutti felici che abbia riscosso tanti apprezzamenti. Scrivere canzoni e condividerle con tante persone è un’esperienza molto appagante. È bello vedere gente di culture diverse unite insieme per ascoltare la musica».

Il filo diretto con i fan non si ferma ovviamente qui. Il gruppo è molto attivo sul web con iniziative di vario tipo. Come il concorso lanciato su MySpace per l’uscita del singolo The catalyst, che ha permesso di scaricare la traccia audio del brano per dare la possibilità ai fan di produrre una nuova canzone. «Il lavoro migliore sarà inserito nel prossimo disco – sostiene Mike – . Ci è sembrato un altro modo per dimostrare attenzione verso i nostri ammiratori. Loro ci trasmettono sempre tanta energia».

Energia che sembra inesauribile per i Linkin Park, nonostante siano da dieci anni in perenne azione e soprattutto uniti. Il loro segreto? Lo spiega Chester: «La band mi offre l’opportunità di creare e suonare canzoni con grandi musicisti che sono diventati anche i miei migliori amici». Semplice, no?
Articolo tratto da Mondoerre.it

martedì 22 febbraio 2011

Luca alla prof di filosofia: presento il Festival, tiè!

Luca e Paolo
La vita va presa con filosofia… o è con la prof di filosofia che bisogna prendersela nella vita? Luca Bizzarri al Festival di Sanremo non ha avuto dubbi e ha esordito così parlando di ciò che provava nel presentare la kermesse sanremese: 

«La prima cosa che ho pensato è stata la mia professoressa di filosofia: ero un asino e io volevo fare l'attore. Lei mi prendeva in giro e quando interrogava mi diceva "venga Bizzarri lei che vuole fare l'attore". 
Bene, volevo dire alla mia professoressa di filosofia sto “presentando il Festival di Sanremo”!» 
Concludendo il tutto con una doverosa mossa a metà tra il gesto dell’ombrello e un “evvai!”



FAI VEDERE CHI SEI - Oltre ad una simpatica e divertente gag, lo sfogo dell’ironico Luca è anche un monito per tutti gli studenti: il prof ti sottovaluta? E tu non dargliela vinta, fagli vedere chi sei! 

CREDETE NEI VOSTRI SOGNI - Nel mondo perfetto che sogniamo, quello per intenderci con i fiorellini e le persone tutte gentili, anche i prof dovrebbero avere, tutti quanti, la capacità di incoraggiare i propri studenti a realizzare le proprie aspirazioni o comunque aiutarli a sviluppare le proprie potenzialità. E mai, sottolineo mai, svalutare o sminuire il valore di una persona o frantumare i propri sogni con cinica derisione. 

TUTTA QUESTIONE DI FIDUCIA - La realizzazione dei propri sogni dipende soprattutto dalla fiducia che nutriamo in noi stessi; solo da questa possiamo trarre la forza necessaria per raggiungere i nostri obiettivi. E se i vostri prof non vi aiutano in questo,non demoralizzatevi, bensì accettate la sfida! Credeteci, impegnatevi e un giorno riuscirete a dimostrare a tutti che eravate voi ad avere ragione. 




Articolo tratto da Skuola.net

domenica 20 febbraio 2011

Sanremo 2011, il vincitore Roberto Vecchioni: “Lo dedico alle donne. Il Festival ha unito il Paese”

Il suo brano “Chiamami ancora amore” ha trionfato a Sanremo 2011. Fa specie vedere il Professore della musica che ancora si emozionacome fosse un novello su quel palco quando Gianni Morandi gli comunica che ha vinto il Festival. Le prime parole di Roberto Vecchionisono per ringraziare Morandi, perchè se non l’avesse chiamato lui, non sarebbe mai andato a Sanremo.
Prima di cantare ancora una volta il suo pezzo, Vecchioni dedica la sua vittoria alle donne: “Dedico questa vittoria al popolo italiano che io amo da morire e alle donne che sono importantissime e sono molto meglio degli uomini tantissime volte“. Per lui ha votato il 48% del pubblico. E’ stata dunque confermata l’anticipazione sfuggita al dirigente di RaiTrade che inavvertitamente ha rivelato prima della Finale gli esiti del televoto che vedevano in testa proprio Vecchioni.
Al cantautore è stato anche assegnato il Premio della Critica “Mia Martini”. Il vincitore ha voluto anche ringraziare tutta la squadra di Morandi: “Questo Festival ha unito l’Italia".


Articolo tratto da zonareality.wordpress.com

giovedì 3 febbraio 2011

NASA: scoperto nuovo sistema solare con sei piccoli pianeti

Una scoperta che fa sognare i comuni mortali, che esalta gli appassionati di ricerca di vita extraterrestre e che ha mandato in fibrillazione tutto il mondo scientifico. "La più grande scoperta di un sistema solare vicino a noi dal 1995" dice con entusiasmo il suo autore, Jack Lissauer, del centro Ames della Nasa, sulla prestigiosa rivista "Nature". E' Kepler 11, in onore di Kepler, telescopio spaziale americano della Nasa che lo ha studiato nei dettagli e che è in missione proprio per dare la caccia ai nuovi pianeti. Brillante risultato : Kepler 11, un astro con sei pianeti che gli girano intorno, distante 2000 anni luce da noi. Stella molto simile al nostro sole - che di pianeti ne ha otto intorno - con la particolarità , o sarebbe meglio dire la "rarità", che i nuovi pianeti hanno dimensioni piccole, quindi , si dice con prudenza, sono "confrontabili" con la Terra. Si ipotizza che possano avere acqua allo stato liquido, che siano avvolti da gas leggeri , si sa che ruotano intorno al sole in circa 50 giorni, ma non hanno le stesse condizioni terrestri, come precisa l'astronoma Margherita Hack. Soprattutto per le temperature elevatissime, 5 pianeti sono molto - troppo - vicini alla stella madre. Il che non esclude che possano esser nate altre forme di vita diverse dalla nostra.


Articolo tratto da tg.la7.it