giovedì 20 gennaio 2011

Tutto l'amore che ho

Dopo aver sbancato con i due singoli A te e Baciami ancora è tornato con Tutto l’amore che ho che precede l’album Ora in uscita il 25 gennaio 2011. Sto parlando di Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti.
Dal 2 dicembre 2010 il video e la canzone sono stati disponibili in anteprima sulla pagina ufficiale di Jovanotti su Facebook. La canzone è stata trasmessa per la prima volta dalle radio il 3 dicembre 2010 e dopo alcune ore è stata disponibile anche su iTunes, dove ha raggiunto in poche ore la prima posizione.Anche questo nuovo singolo farà molto parlare come i precedenti e segna un punto importante nella carriera artistica del cantautore romano.
“Nel video c’è uno che è disposto a tutto – dice Jovanotti – per conquistare quella che il grande scrittore Alvaro Mutis chiama ‘una goccia di splendore’ che fa molto rima con amore”. L’idea di questa canzone è nata da una parola pronunciata in un comizio di un partito, e il cantautore ha sentito forte il bisogno di riprendersela e di trasformarla in canzone. “Il video racconta proprio questo attraverso le immagini. C’è uno che si riprende il senso di questa parola – continua il cantautore italiano – andando contro ogni tipo di ostacolo che si mette nel suo cammino, mantenendo un passo di danza, una visione ritmica della vita, a costo di farsi molto male. Abbiamo fatto il mio video più impegnativo in tutti i sensi, ma anche uno dei più divertenti mai realizzati”.
Nel video si vede Jovanotti contrastato nel suo cammino dalle cose più brutte che possano capitare ad un uomo (aggressori,animali feroci, terroristi, esplosioni), ma lui continua a conservare un passo di danza per dimostrare che qualunque cosa accada la vita va vissuta ballando nel segno dell’amore che deve sempre essere presente nella vita di ognuno di noi. Jovanotti, infatti, è disposto a tutto per avere un po’ d’amore e per offrirlo tutto. Con questa canzone Lorenzo vuole dimostrare come nella vita nonostante le difficoltà e i problemi di ogni genere c’è sempre qualcosa per cui vale sempre lottare: l’amore.
E si vede anche che Jovanotti è maturato: la differenza più evidente rispetto alle prime canzoni (ad es. L’ombelico del mondo) sta proprio nel titolo che parla d’amore.

Le meraviglie in questa parte di universo, 
sembrano nate per incorniciarti il volto 
e se per caso dentro al caos ti avessi perso, 
avrei avvertito un forte senso di irrisolto. 

Un grande vuoto che mi avrebbe spinto oltre, 
fino al confine estremo delle mie speranze, 
ti avrei cercato come un cavaliere pazzo, 
avrei lottato contro il male e le sue istanze. 

I labirinti avrei percorso senza un filo, 
nutrendomi di ciò che il suolo avrebbe offerto 
e a ogni confine nuovo io avrei chiesto asilo, 
avrei rischiato la mia vita in mare aperto. 

Considerando che l'amore non ha prezzo 
sono disposto a tutto per averne un po', 
considerando che l'amore non ha prezzo 
lo pagherò offrendo tutto l'amore, 
tutto l'amore che ho. 

Un prigioniero dentro al carcere infinito, 
mi sentirei se tu non fossi nel mio cuore, 
starei nascosto come molti dietro ad un dito 
a darla vinta ai venditori di dolore. 

E ho visto cose riservate ai sognatori, 
ed ho bevuto il succo amaro del disprezzo, 
ed ho commesso tutti gli atti miei più puri. 

Considerando che l'amore non ha prezzo... 
Considerando che l'amore non ha prezzo, 
sono disposto a tutto per averne un po', 
considerando che l'amore non ha prezzo 
lo pagherò offrendo tutto l'amore, 
tutto l'amore che ho, 
tutto l'amore che ho. 

Senza di te sarebbe stato tutto vano, 
come una spada che trafigge un corpo morto, 
senza l'amore sarei solo un ciarlatano, 
come una barca che non esce mai dal porto. 

Considerando che l'amore non ha prezzo, 
sono disposto a tutto per averne un po', 
considerando che l'amore non ha prezzo 
lo pagherò offrendo tutto l'amore, 
tutto l'amore che ho, 
tutto l'amore che ho, 
tutto l'amore che ho, 
tutto l'amore che ho, 
tutto l'amore che ho. 

Questa è la dimostrazione che l’amore vince su tutto.
Vi ricordate l'inno alla carità di San Paolo ai Corinzi: “Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l'amore, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi l'amore, non sono nulla.”
E ancora: “A che cosa serve la vita?” è la prima domanda che Pinocchio fa a mastro Geppetto che riesce a dare una risposta solo quando si trovano entrambi nella pancia della balena: “La vita serve ad amare”.
by PUELLA STULTA
Articolo già pubblicato su Cogitoetvolo.it




lunedì 10 gennaio 2011

La storia della matita

Il bambino guardava la nonna che stava scrivendo una lettera. Ad un certo punto, le domandò: "Stai scrivendo una storia che è capitata a noi? E che magari parla di me".
La nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote: "E' vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più importante delle parole è la matita con la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu, quando sarai cresciuto".
Incuriosito il bimbo guardò la matita senza trovarvi alcunché di speciale.
"Ma è uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia vita!".
"Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a trasporle nell'esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo.
Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una mano che guida i tuoi passi."Dio": ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve condurti sempre verso la sua volontà.
Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura e usare il temperino. E' un'azione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco perché devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore.
Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato. Correggere è un'azione o un comportamento che non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per riuscire a mantenere la retta via della giustizia.
Quarta qualità: ciò che è realmente importante nella matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in essa. Dunque, presta sempre attenzione a quello che accade dentro di te.
Ecco la quinta qualità della matita: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione".
(Paolo Coelho)

giovedì 6 gennaio 2011

La favola di Monique: paralizzata, riacquista l'uso delle gambe dopo 10 anni

Monique Van der Vorst ha riacquistato l’uso delle gambe dopo 10 anni di invalidità. Un vero e proprio “miracolo”. La 26enne olandese, promessa dell’hockey su prato, perse le facoltà motorie quando da ragazzina fu sottoposta a un intervento sbagliato all’anca. Le si gonfiò prima la gamba sinistra, poi la destra e la povera Monique si ritrovò su di una sedia a rotelle per una patologia misteriosa, che la rese paralitica.
Lei non si rassegnò, continuò a fare una vita da atleta, si specializzò nell’handybike (la bici da corsa che si muove con la spinta delle braccia) e gareggiò alle Paraolimpiadi di Pechino 2008, vincendo due medaglie d’argento. L’obiettivo per Londra 2012 era centrare l’oro.
Ma Monique non immaginava nemmeno quale grande regalo avesse in mente per lei il fato. Durante un allenamento con la sua handybike, un ciclista la travolse, facendola cadere. Un volo doloroso, ma provvidenziale. Perché è in quell’occasione che la ragazza sente per la prima volta dopo 10 anni un formicolio alle gambe. Segno che le terminazioni nervose funzionano.
Così si riaccende in lei una speranza. Quella di rialzarsi in piedi e camminare con le proprie gambe. Dopo tante ore di riabilitazione, fatica e sofferenza, oggi Monique ha recuperato la completa mobilità. Tanto che può mettere in soffitta l’handybike, sua fedele compagna di avventure per anni.
Una bella storia, con un lieto fine ancora da scrivere. “Ora voglio partecipare alle Olimpiadi per normodotati”, ha subito dichiarato la ragazza di Amstelveen, poco lontana da Amsterdam. Chissà, forse Monique ce la farà ancora.

Articolo tratto da IlSussidiario.net