domenica 3 ottobre 2010

INCEPTION - RECENSIONE

L’acclamato regista Christopher Nolan dirige un cast internazionale in un originale film d’azione fantascientifico che viaggia in tutto il mondo e nel mondo intimo e infinito dei sogni. Dom Cobb (Leonardo DiCaprio) è un abile ladro, il migliore assoluto nell’arte pericolosa dell’estrazione, che consiste nel rubare segreti preziosi dal profondo del subconscio durante lo stato di sogno, quando la mente è più vulnerabile. La rara capacità di Cobb ha fatto di lui un giocatore ambito nell’infido mondo del nuovo spionaggio aziendale, ma ne ha anche fatto un latitante internazionale e gli è costato tutto ciò che ha mai amato. Ora a Cobb viene offerta una possibilità di redenzione. Un ultimo lavoro potrebbe restituirgli la sua vita, ma solo se riuscirà a realizzare l’impossibile-incipit. Al posto della rapina perfetta, Cobb e il suo team di specialisti devono fare il contrario: il loro compito non è quello di rubare l’idea, ma di piantare una. Se riusciranno, potrebbe essere il crimine perfetto. Ma nè un’attenta pianificazione, nè le grandi competenze della squadra, sono in grado di prepararli ad un pericoloso nemico che sembra prevedere ogni loro mossa. Un nemico di cui solo Cobb ha potuto prevedere l’arrivo.

Avviso numero uno: abbiate la mente libera prima di andare a vedere Inception perchè altrimenti rimarrete confusi durante tutto il film.
Avviso numero due: se non capite niente nella prima mezz’ora del film, tranquilli. Solo dopo cinquanta minuti, potrete collegare qualcosa tra personaggi, luoghi e parole chiave.
Avviso numero tre: è difficile spiegare la trama, perchè si finirebbe per dire più del dovuto ma ci proviamo con poche parole.
Il visionario thriller d’azione fantascientifico di Nolan è tutto basato sul sogno e su come è strutturata l’architettura del nostro subconscio. Come in tutti i film di Nolan, i suoi personaggi devono confrontarsi con la loro solitudine e fare i conti con delle realtà parallele che spesso si confondono con il mondo reale. In questo senso, Di Caprio non interpreta un personaggio così lontano da quello di Shutter Island, mentre il resto il cast è eccezionale. Ogni personaggio ha un’abilità particolare e un compito preciso e le loro personalità rispecchiano il ruolo che hanno all’interno del film. Joseph Gordon-Levitt e Tom Hardy verranno ricordati per la loro incredibile performance in questo film, così come Ellen Page dà prova di essere una delle giovani attrici più meritevoli di Hollywood. La fortuna è che in Italia i film vengono doppiati perchè a guardare il film in lingua originale capiremmo ben poco di quello che dice Saito a causa del suo forte accento giapponese e in un film dove il dialogo è delicato e complicato, perdere il senso dell’intera conversazione per una questione di pronuncia è veramente un peccato. Deludente è Marion Cotillard che non brilla nella sua interpretazione come gli altri personaggi e questo è dovuto anche per la sua presenza molto frammentaria all’interno del film.
Nolan porta lo spettatore da una missione ad un’altra, e quando la storia è stata sviluppata abbastanza si passa al livello o al subconscio successivo tanto che a volte anche i personaggi stessi si confondono, come succede ad Ariadne (Ellen Page). Ci sono un insieme di regole, luoghi, nomi e definizioni che bisogna via via memorizzare. Ai diversi livelli della mente dove il team di Di Caprio riesce ad entrare corrispondono regole diverse che spesso si confondono nella linea tra sogno e realtà. Morire in un sogno può portare ad un sonno eterno chiamato limbo, in cui si rimane intrappolati per sempre. La dilatazione del tempo nel sogno rispetto al tempo della realtà è gestita in maniera tale che i personaggi possono sbalzare da un subconscio ad un altro attraverso un calcio o uno strattone forte in cui il corpo non ha controllo. In questo modo possono calcolare tutte le azioni e operazioni da fare proprio in tempo per svegliarsi nella realtà. La fotografia è spettacolare: le immagini in assenza di gravità con Joseph Gordon-Levitt che fluttua nel corridoio di un albergo in una scena di combattimento sono state realizzate in maniera molto ingegnosa con un set pronto a ruotare a 360° e sebbene ci ricordano un pò Matrix, l’effetto è completamente diverso. Così come quelle con Di Caprio e la Page che camminano per le strade di Parigi che si ribaltano sopra di loro in maniera assolutamente surreale mentre lui spiega come una singola idea della mente umana possa costruire città. Incredibile anche quando Di Caprio si trova a Mombasa e corre tra corridoi strettissimi, come se si trovasse all’interno di un labirinto. I paesaggi che incontriamo nel film sono disparati: da Parigi a Mombasa, da Tokyo ad un posto sperduto nei ghiacciai. I vari strati della realtà sono continuamente manipolati ma nonostante la confusione iniziale, si capisce poi tutto. Ma se quando i titoli di coda arrivano e ancora vi mancano dei passaggi, è tutto normale.
In conclusione, un film del genere richiede di essere visto sul grande schermo almeno tre volte. Ognuno è libero di spiegarne l’universo perchè è impossibile trovare una sola interpretazione. Non è esagerato definire questo film un capolavoro “nolaniano”, un incrocio tra il blockbuster The Dark Night e lo spirito da film indipendente di Memento. Anche la colonna sonora di Hans Zimmer è una delle migliori mai fatte prima dal compositore premio Oscar.In un film dove tutto è possibile, i confini della realtà vengono abbattuti completamente perchè “un’idea può trasformare il mondo e riscrivere tutte le regole”. Anche lo spettatore più abituato alla finzione del cinema può uscire dalla sala e iniziare a pensare “inception- style”. Siete tutti avvisati.

Articolo tratto da MessIn.it

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